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L'ADDIO ALLA VITA
Radio Cronache Rimate - Alberto Cavaliere (1897-1967)



Un gentiluomo americano, Mr. Bradley, colpito da un male incurabile che in pochi giorni dovrà portarlo alla tomba, invita gli amici a un banchetto per festeggiare il suo congedo dalla vita.


Bradley, v'ammiro. « Ormai, siete spacciato »,
il dottor Grey vi disse una mattina.
« Che cosa ho dunque? » « Un cancro nella spina
dorsale ».Voi ne foste esilarato:
« Guarda che scemo, dove s'è cacciato!
Quanti giorni di vita? » « Una diecina ».

Non un giorno di più: sono dei mostri
questi dottori... « Dieci avete detto? »
« Sì, potete ordinarvi il cataletto ».
« E' inutile che pianga e che mi prostri »,
vi rassegnaste; ed invitaste i vostri
centocinquanta amici ad un banchetto.

Uniste la simpatica coorte
in una bella sala illuminata
del Circolo Montank: oh che serata!
« Celebro le mie nozze con la morte »:
e cantaste, seduto al pianoforte,
il « libiamo libiam » della "Traviata ".

E mangiaste, e beveste, ed evocaste
le donne amate e l'ultima partita
di poker. Dalla tavola fiorita
poi prendeste una rosa e l'odoraste:
vi corse ancora per le carni guaste
la voluttà dei sogni e della vita...

C'è qualcosa di triste e di sublime
nel vostro gesto, disperatamente
inutile insincero e decadente,
qualcosa che m'esalta e che m'opprime.
Saluterò per voi, con le mie rime,
Bradley, gli odori dell'agosto ardente.

V'ammiro, ve l'ho detto e lo ripeto:
se fossi come voi, senza esitare,
imiterei quel gesto singolare,
salvo che in un dettaglio un po' indiscreto;
perché voi concludeste: « E sono lieto
che non lascio un sol debito ». Vi pare?...

Invece, io no. Nell'ultimo discorso,
la vita, come voi, benedirei,
e gli amici, e le donne... « eterni dei »,
come dicevan nel trentennio scorso;
concluderei però, senza rimorso:
« E condoglianze ai creditori miei ».