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INNO AL CAVALLO
Radio Cronache Rimate - Alberto Cavaliere (1897-1967)



Oggi, i suoi meriti
tirando in ballo,
alzo una fervida
lode al cavallo,

che fra le bestie
fu la più nobile,
mentr'oggi è vittima
dell'automobile.

Questo quadrupede
per eccellenza
è infatti in epoca
di decadenza,

laddove l'asino
va sempre avanti
e non c'è macchina
che lo soppianti...

Mentre in altr'epoche,
prode e superbo,
dei grandi eserciti
formava il nerbo,

oggi s'annovera
fra le anticaglie,
lungi alla polvere
delle battaglie.

Ancor l'ammirano
molti di noi
sui periferici
galoppatoi,

spesso sentendolo
stramaledire
da chi ci risica
l'ultime lire.

Ma non più, rapido
come il baleno,
fra stemmi e fronzoli
mordendo il freno,

lungo romantiche
strade maestre
passa quel simbolo
di gloria equestre:

oggi, col brivido
dell'autostrada,
chi più lo calcola?
chi più gli bada?

Trascina al massimo,
sparuta rozza,
qualche superstite
vecchia carrozza,

e spesso, all'angolo
di qualche piazza,
fa dire al pubblico:
« Ora stramazza!»

con quelle costole
che fanno pena
e sembra implorino
paglia ed avena.

Con tanti triboli,
senza rancore,
pur se cadavere
l'avrà il trattore

(che, proclamandolo
carne di manzo,
con vaghi intingoli
lo serve a pranzo),

mentre implacabile
fila l'autista
e il mesto prossimo
massacra a vista,

mentre l'orribile
motocicletta
fa di te misero
una polpetta,

esso, con placida
filosofia,
spandendo balsami
lungo la via,

fra tanto traffico
procede austero,
senza che il pubblico
si dia pensiero.

Ma benemerito
sopra ogni cosa,
perché in un'epoca
calamitosa,

mediante un numero
tirato a sorte,
esso può schiuderti
tutte le porte

ed in un attimo
fa ricco un uomo,
correndo rapido
su un ippodromo.

Perciò benevolo
verso il cavallo,
l'uomo suol metterlo
sul piedistallo

(la gratitudine
non è mai troppa),
pur se degli uomini
gli pone in groppa.