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LA POESIA DEL CETO MEDIO
Radio Cronache Rimate - Alberto Cavaliere (1897-1967)



Non so chi l'ha inventato, il calendario,
ma quel bravo signore, in fede mia,
a meno che non fosse un milionario,
doveva avere poca fantasia:
un tipo dalle idee piccole e grette,
perché - Dio mio - dacché ci si trovava,
io mi domando, cosa gli costava?
Schiaffaci dentro quattro 27 !
Ed invece uno solo (è un'ingiustizia)
E ci si arriva in preda all'itterizia.

Comunque, è un fatto che, con tanti guai,
anche ignorando il sarto oltre che il cuoco,
un 27 al mese è troppo poco
e trenta giorni sono lunghi assai.
E pensar che si sgobba un mese intero
(oh Dio, quando si sgobba, è naturale,
perché si sa che in qualche Ministero
spesso si va per leggere il giornale,
ma c'è pure chi sgobba e si scervella)
per aspettare quella bustarella...

Quella busta è un miracolo, signori,
perché, purtroppo, quello che contiene
non è un mistero, lo sappiamo bene,
e lo san soprattutto i creditori:
50, 80, 85 mila,

massimo un « uno » e cinque zeri in fila.
Quella busta è un miracolo, ripeto.
Per quel bravo archivista è proprio notte:
non so com'egli viva, è un suo segreto,
ma l'hai mai visto con le scarpe rotte?
L'hai mai veduto, in tutta la sua vita,
con la camicia lacera o sdrucita?
Che so, lo vedi andare al Ministero,
alla banca, all'azienda, ogni mattino,
con la barba rasata, il paltò nero
e i guanti gialli, come un signorino.
La sua brava metà - come si spiega? -
porta un vestito che non fa una piega.
Inauditi miracoli d'ingegno,
d'acrobazie, d'astuzie, di risorse...
Saran tre giorni che han portato, forse,
al Monte di Pietà l'ultimo pegno:
« Coraggio, il mese prossimo è Natale,
impegniamo anche questo, e poco male! ».

E' questa gente, mite oltre ogni dire,
che conta le giornate ad una ad una,
che al « totocalcio » gioca cento lire
(il solito spiraglio alla fortuna),
e per cui tutto l'anno è una quaresima,
eccetto la parentesi felice
del Ferragosto e della tredicesima,
in cui ci scappa un pollo o una pernice;
che tira avanti con la naftalina,
che manda i figli nelle scuole medie
e cela le sue piccole tragedie
in quelle due-tre camere e cucina;
è questa umanità, capolavoro
d'incertezze, di stenti e di decoro,
è questa gente onesta, umile e pia
la tua spina dorsale, Italia mia,
quella che a furia di mancati pranzi,
o bene o male, ti fa andare innanzi,
aspettando il Natale e il Ferragosto
col ventre vuoto e la cravatta a posto.