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RUDY
Radio Cronache Rimate - Alberto Cavaliere (1897-1967)



1950. Nel venticenquesiso anniversario della morte di Rodolfo Valentino.

Dolce Rudy, alla tua dipartita,
annunciata su sette colonne,
di gramaglie vestiron le donne,
come un tempo alla morte dei re;
parve il sole oscurarsi ad un tratto,
si freddò la Corrente del Golfo:
o Rodolfo, Rodolfo, Rodolfo,
ahi che pianto si pianse per te!

Pola Negri, la donna fatale,
la regina del cinema muto,
cupo fiore di carne e velluto,
la tua spoglia mortale abbracciò,
scarmigliata; e fu tanto il dolore
che, tornando dai funebri riti,
Pola Negri dai sette mariti
un ottavo marito impalmò.

Negli sguardi di tutte le donne
sfavillava una sola speranza:
abbracciarti in un giro di danza,
dirti « t'amo » e morire ai tuoi piè.
Fosti il Principe Azzurro, formato
cartolina, fulgente asteroide,
con il fasto d'un re in celluloide,
mille calze e sessanta gilé.

Eri tu quel superbo sceicco,
prodigioso in un abito bianco,
il corsaro crudele, lo stanco
bàndolero del sogno eri tu:
finché un giorno apprendemmo, stupiti,
ch'eri nato in provincia di Bari;
e sceicchi, toreri, corsari
ci commossero ancora di più.

Valentino, tu resti l'effige
d'una dolce leggenda un po' vana.
Su quel marmo che in terra lontana
porta accesa una lampada ancor
e sospira alle stelle: « Io ricordo »,
o figliolo di Castellaneta,
dopo venticinque anni un poeta
su quel marmo per te getta un fior.