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CONGEDO A che tentai la chimica snervante, le formule accordando su la cetra? Speravo forse di trovar la pietra filosofale, o magico diamante? Diamanti mi son gli occhi delle belle innamorate: inutile tesoro, che mi sorride e non mi tenta! E l’oro... conosco solo l’oro delle stelle, che troppo è lungi per i miei bisogni! E l’anima soltanto se ne sazia, se in cerca di fantasmi si spazia pei cieli, nelle notti dei miei sogni... Quanti veleni studiai profondamente! E un veleno non ho mai trovato che uccide il dubbio, o un solo preparato che ossigeni la fede moribonda. Chimica astrusa, dunque, a che mi servi?... Glielo dicevo: - Babbo, ve lo giuro, perdo quattr’anni... - Almeno, il tuo bromuro fosse capace di calmarmi i nervi! Oh via, provette ed acidi! via, via, arida scienza! E lasciami soltanto un bel crogiuolo, ch’io vi fonda in canto il piombo della mia malinconia!... |