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Il Tempo
della "Corajisima"


... un lungo periodo di digiuno.

la corajisima

La "Corajisima" di Totò Santoro

Il Rito delle Corajisime

Il Mercoledì delle Ceneri nel passato ed anche recentemente (ancora prima a cura del compianto Totò Santoro e fino ai nostri giorni) a Cittanova, come pure in altri luoghi del Meridione d'Italia, si rinnova il rito delle "Corajisime (le Bambole Quaresimali), antichi calendari rurali utilizzati per segnare il tempo durante il lungo periodo della Quaresima.
Un culto antichissimo, che mescola il sacro con il profano, strettamente legato al periodo quaresimale.
Si tratta dell’antica usanza di appendere ai balconi delle case una pupàzza di stoffa, la "Corajisima", vestita di nero, raffigurante la Quaresima nella rappresentazione della moglie di Re Carnevale ("Carnalevari" nel nostro dialetto), rimasta vedova la notte di "martedì di l'azzata", quando dopo i bagordi carnascialeschi si sospendeva il consumo della carne e si poneva fine ai festeggiamenti, ai divertimenti, alle abbuffate per avviarsi ad un lungo periodo di penitenza e di purificazione anche osservando il digiuno.
La tradizione popolare annunciava il digiuno quaresimale con questa affermazione:

"Carnalevari meu di li scuntenti, agghieri pasta e carni e oghi nenti".

Il giorno dell' "azzata" la carne veniva messa da parte e conservata fino a Pasqua, fino al giorno di Sabato Santo. Infatti nel passato proprio in questo giorno, alle ore 11.00 del mattino, la Pasqua veniva annunciata dal suono delle campane, "schioppava a Gloria" dicevano i nostri padri.

la Corajisima

Trascorso il Carnevale

La "Corajisima" succede al Carnevale, dopo le grandi abbuffate, con questa affermazione:

"Nesci tu, porcu luntruni,
trasu jeu netta e pulita
mu ricriu li me figghioli
ca mi li facisti comu li cagnoli"

La "Corajisima" tiene in mano un fuso di lana e una conocchia (che rappresentano lo scorrere del tempo), e poggia su una arancia, un limone o una patata, dove sono infisse sette penne di gallina che, come in un "conta pasqua", vengono estratte una ogni fine settimana. L'ultima penna, che in genere si differenzia dalle altre sei per il colore, è quella che corrisponde alla Domenica di Pasqua, la fine del lungo periodo quaresimale. Infatti sette sono le domeniche che intercorrono tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua.

La

La "Corajisima" di Totò Santoro