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Alluvioni a Cittanova e in Calabria

"O chi mi fici Cristu
Pemmu cala la hjumara
Mu si leva lu cannitu
Nommu fazzu cchiu' panara".

La visita del Capo dello Stato

“Il Capo dello Stato procede quindi lungo la Provinciale Gioia Tauro - Cittanova, attraversando l'abitato di Rizziconi, uno dei pochissimi comuni rimasti indenni e dove, fermatasi brevemente l'automobile presidenziale, le autorità locali porgono il loro saluto al Presidente della Repubblica.
Il corteo delle macchine attraversa poi gli abitati di Polistena e di Melicucco, lungo le cui strade la popolazione si riversa ad acclamare il Capo dello Stato, e sosta nella località San Fili. Quivi il Presidente, la Signora Einaudi e il seguito si recano alla Villa del Senatore Romano, dall'alto della quale osservano a lungo lo spettacolo di desolazione e di distruzione provocato dalla piena del torrente Vacale. Durante la sosta giunge il Sindaco di Oppido Mamertina che, compiendo molti chilometri a piedi, si reca a porgere il saluto della sua gente tagliata fuori da ogni comunicazione.
Il Capo dello Stato giunge poi a Cittanova dove, con la Consorte e il seguito, sosta a lungo recando a quella popolazione il Suo conforto.
Il corteo prosegue poi per la Provinciale Taurianova - Molochio senza peraltro poter arrivare in questo centro che è stato tagliato fuori per il crollo di un ponte. Dopo aver ricevuto il saluto della popolazione di Molochio, raccolta dall'altro lato del ponte, il Presidente della Repubblica ascolta con molta attenzione la dettagliata illustrazione, sulla situazione creatasi in tutta la Provincia in seguito all'alluvione, del Presidente della Deputazione Provinciale.”.

(22 ottobre 1951 – Testo tratto dal Portale Storico della Presidenza della Repubblica sul Viaggio del Presidente della Repubblica e della moglie, Signora Ida, in Sicilia, Calabria e Sardegna in occasione delle alluvioni del 1951.)

Nella foto l’onorevole cittanovese Raffaele Terranova e il presidente della Repubblica Luigi Einaudi (la seconda e la quarta persona da sinistra).


 Vacale, Alluvione 1951

16 ottobre 1951. - Un evento alluvionale, nell'ambito di una perturbazione mediterranea che, già a partire dal 12 ottobre, interessava anche la Sicilia e la Sardegna, si abbatteva sulla regione meridionale, a sud della stretta di Catanzaro, investendo il versante ionico e interessando in maniera altrettanto grave la parte occidentale del massiccio dell' Aspromonte e i bacini dei fiumi Petrace e Mesima.
Nelle 72 ore nelle quali può essere circoscritto l'evento più intenso (dal 15 al 17 ottobre) si registravano precipitazioni elevatissime sia per intensità orarie (82,8 mm/h ad Ardore Superiore), che per altezze d'acqua totali per più giorni consecutivi (nei giorni 16, 17 e 18 a Chiaravalle rispettivamente 378, 436 e 190 mm; a S. Sostene 308, 41 7 e 40 l mm; a S. Cristina d'Aspromonte 535, 533 e 427 mm). Il momento più drammatico fu la notte del 16 ottobre quando la pioggia venne giù a cascata. L'evento, senza dubbio tra i più severi tra quelli verificatisi dal 1921 , provoca estesi danni per le piene dei corsi d'acqua, le esondazioni, le frane; numerose le vittime (una a Cittanova). Molti paesi furono semidistrutti, interi centri abitati furono trasferiti in luoghi situati vicino al mare.
Il vicino centro abitato sito nel territorio amministrativo del comune di Canolo sui piani della Melia, denominato Canolo Nuova, è stato edificato come conseguenza dell'instabilità geologica del vecchio centro, nel 1952, dopo l'alluvione del 1951 che ha provocato tre morti nel vecchio abitato di Canolo e la conseguente decisione di spostare il centro abitato nel luogo in cui oggi lo vediamo.

21-22 ottobre 1953. - Alluvioni di estrema violenza nelle province di Catanzaro e Reggio Calabria. Le superfici territoriali interessate dalle precipitazioni, che raggiungono l'apice nella notte tra il 21 e il 22, con piogge superiori a 100, 200 e 300 mm, sono rispettivamente di 6340, 1280 e 205 kmq pari al 42%, 8% e 1,4% del territorio regionale. Le massime precipitazioni giornaliere, registrate il 22 ottobre, si verificano a Badolato (362,I mm), Stilo (3 15,2 mm), Montebello Ionico (292,2 mm), Ferdinandea (288,4 mm). Le precipitazioni orarie raggiungono in alcune stazioni valori ineguagliabili se raffrontate con quelle verificatesi dal 1921 (138 mm a Stilo, 90 mm a Cittanova, 82 mm a Maida); le portate dei corsi d'acqua, nelle zone con precipitazioni orarie più intense, risultano eccezionali (alla foce del T. Valanidi, ad esempio, viene calcolata una portata di ben 420 mc/sec, con un bacino di soli 28,7 kmq).
Analogamente all'alluvione del 16-18 ottobre 1951 questo evento può essere classificato tra i più disastrosi verificato si in Calabria nel trentennio precedente.
A seguito di tale evento, anche in considerazione di quello verificatosi due anni prima, il Governo istituì la tassa "Pro-Calabria" allo scopo di realizzare un piano organico di difesa del suolo nella nostra regione.

1 - 4 ottobre 1971. - Alluvioni in provincia di Reggio Calabria. Lo Stato dichiara colpiti i comuni di Bianco, Bova, Bova Marina, Melito Porto Salvo, San Lorenzo, Condofuri, Palizzi, Roccaforte del Greco e Roghudi per la frazione Ghorio (fonte: DPCM 22/12/1972 in G.U. 13 aprile, n. 97).

15 dicembre 1972 - 3 gennaio 1973. - Lunghi periodi di piogge, con forti nubifragi (il periodo più critico è tra il 31 dicembre e il 2 gennaio), interessano vaste zone calabre atti vando alluvioni e frane che provocano estesi danni, tali da indurre lo Stato a riconoscere il carattere eccezionale della calamità per tutti i comuni delle province di Catanzaro e di Reggio Calabria, e per 23 comuni della provincia di Cosenza.

7 novembre 1974. - Nella provincia di Reggio Calabria il 7 novembre, lungo il versante tirrenico, il fiume Petrace ed il suo affluente Marro sono in piena; il torrente Budello e i torrenti Vacale e Serra (bac. Mesima), straripano nei pressi di Cittanova. Il livello del fiume Mesima cresce notevolmente: nel giro di un'ora le sue acque raggiungono i limiti di sicurezza, quindi straripano presso Pontevecchio e rompono gli argini in località Vena, danneggiando numerosi agrumeti. La violenza delle acque abbatte inoltre il ponte della strada S. Ferdinando-Nicotera. La strada che collega Galatro a Laureana di Borrello (bac. Mesima) è interrotta per smottamenti diffusi; le frazioni Plaesano e Bellantone di Laureana di Borrello sono interessate da frane. Nel bacino del fiume Petrace, ad est di Cittanova, si riattiva un fenomeno franoso di notevoli dimensioni attivatosi già nel gennaio 1973, che interessa la collina Cavallica e minaccia di travolgere sessanta abitazioni. Si registrano inoltre crolli di massi sulla strada Scilla-Melia in contrada Catalimita. Segnalazioni di allagamenti nei centri abitati di Laureana di Borrello, Taurianova, Seminara, Sinopoli, Rizziconi, San Martino, Varapodio e Delianuova.

 Danni a Vacale, alluvione del dicembre 2008 che causò la morte di una persona

Dicembre 2008. - Il sottosegretario BERTOLASO, fa presente che tanto il mese di dicembre 2008 che quello di gennaio 2009, sono stati caratterizzati in Calabria da precipitazioni persistenti che, se pure con intensità relativamente modeste, hanno «scaricato» sul territorio ingenti volumi di pioggia. I fenomeni sono stati contrassegnati soprattutto da una notevole persistenza.
Considerando le caratteristiche tipiche dei bacini calabri, in grado di determinare le piene più rovinose, se sollecitati soprattutto da impulsi brevi e intensi, si può comprendere come, salvo pochi casi specifici come quello del Crati, le maggiori problematiche siano derivate soprattutto dal dissesto idrogeologico di versante.
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Nelle giornate dal 10 al 13 dicembre si sono quindi verificate piogge moderate localmente molto elevate sulla regione, che, cumulate sull’intera durata dell’evento, hanno superano diffusamente i 200 mm e localmente anche i 300 mm. Ai fini della caratterizzazione della criticità dell’evento, si rappresenta che tali quantitativi hanno comportato un superamento, seppure locale, delle soglie pluviometriche per livelli di criticità elevata, con tempi di ritorno almeno ventennali. Tali entità di pioggia ben giustificano l’attivazione di dissesti idrogeologici ed idraulici dovuti a fenomeni di instabilità dei versanti di tipo superficiale di limitate dimensioni, nonchè la generazione di deflussi superficiali in grado di impegnare significativamente il reticolo idrografico secondario e, in condizioni di media saturazione dei terreni, come in questo caso, anche il reticolo principale. A ciò deve essere aggiunta la concomitanza e l’interazione con altri e diversi fenomeni in atto, quali venti e mareggiate, che hanno ulteriormente aggravato gli effetti sul territorio. L’11 dicembre presso le Prefetture di Reggio Calabria e di Vibo Valentia sono stati attivati, i Centri di Coordinamento dei Soccorsi (C.C.S.), che hanno operato per diversi giorni per garantire e supportare la gestione degli interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione dei numerosi comuni interessati da diffuse criticità. Disagi si sono manifestati alla viabilità secondaria a causa di smottamenti e frane, causando alcune interruzioni significative, come avvenuto sulla strada statale 112 al bivio Brindano, all’altezza di Delia Nuova. Molti i corsi d’acqua in piena nel Reggino, tra cui il torrente Vacale, nel comune di Polistena, dove è deceduto un uomo mentre tentava di soccorrere il passeggero di un’auto travolta dalle acque.
(Testo tratto dall'audizione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso, sugli eventi franosi nella regione Calabria - Mercoledı` 4 febbraio 2009, Senato della Repubblica)