Latitudine: 38.30952735 - Longitudine: 16.10755572
Altitudine: 940 metri s.l.m.
La nostra montagna
Fonte Acqua Bianca
Lo Zomaro è ubicato all'interno del Parco Nazionale dell'Aspromonte, a circa sei chilometri in linea d'aria,
quattordici chilometri sono quelli necessari per raggiungere il suo villaggio
percorrendo la strada carrabile, partendo da Cittanova; la strada provinciale SP1, nel passato S.S. 111, prima di percorrere la S.P. 36
(la "Via Grande").
Questa strada, la SP 1 che collega Gioia Tauro a Locri, è di epoca borbonica. Ancora prima della sua realizzazione
per raggiungere lo Zomaro i percorsi erano quelli della strada del "Passo del Mercante" e quello della "Meda".
Meda, dal latino mēta (punto di svolta inteso come lo spartiacque) o "metulus" (con il significato di "dosso) era la via per
valicare la montagna, nei camminamenti tra il Tirreno e lo Jonio.
Zomaro si trova ad un'altezza di 940 metri sul livello del mare.
È un sito ricchissimo di vegetazione con la presenza soprattutto di faggi, abeti, lecci e dalla presenza della Woodwardia radicans;
un'antica felce gigante sopravvissuta al Cenozoico. Vi è anche la presenza dell'erica dalla quale, nel passato, veniva estratto il
ciocco che, dopo essere stato squadrato, essiccato, bollito e torchiato da sapienti artigiani, le industrie ottenevano il fornello delle
pipe.
Nei pressi del caratteristico Casino del Granduca è possibile ammirare dieci Alberi di Tasso, censiti tra i grandi alberi dell'Aspromonte.
Sono 54 i grandi alberi, o gruppi di alberi, censiti che costituiscono una parte notevole del patrimonio naturalistico e culturale che
caratterizza il Parco Nazionale d’Aspromonte. Tra quelli catalogati tre specie si possono ammirare nel territorio del comune di Cittanova,
nelle immediate vicinanze del Villaggio dello Zomaro (i tassi dello Zomaro, l'agrifoglio di Zomaro e il faggio di Palazzo); questi alberi
si aggiungono agli alberi monumentali d'Italia, censiti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, presenti nel centro
abitato di Cittanova, all'interno della Villa Comunale.
Grandi Alberi dell'Aspromonte
Oltre alla presenza di vecchie torbiere e di resti archeologici di epoca romana, importante la presenza di fonti d'acqua
oligominerale dalle proprietà diuretiche (tra queste la Fonte Acqua Bianca).
Caratteristica è la presenza del laghetto dei piani di Crocco, posizionato nel territorio amministrativo del comune di Molochio, ma che per
l'estrema vicinanza sfiora il confine del territorio comunale di Cittanova, nei dintorni del Villaggio dello Zomaro. Il laghetto è stato
realizzato attorno al 1950, dalla famiglia Imperiali di Francavilla, per incremetare l'agricoltura e la pastorizia.
Il sito prende il nome da un fiore, a forma di coppa, che lo colora di viola; il Crocus. Narra la mitologia greca che il bellissimo Crocus si
innamorò della ninfa Smilace che era la favorita del Dio Ermes; il dio, venuto a sapere dell'interesse di Crocus per la ninfa, trasformò il
giovane in un fiore da cui prese il nome.
Numerosi sono i sentieri di trekking che conducono gli escursionisti in questi luoghi: il Sentiero Italia
(tappa SI U06), il Sentiero del Brigante, il Sentiero dell'Alleanza, l'Anello di Cittanova.
Santa Trabus, la Santa Tavola
Poco distante dal Villaggio dello Zomaro, all’inizio della discesa che conduce a Petruccio, in cima alla vallata della fiumara Secca, si
trova la Santa Tavola (coordinate geografiche WGS84: 38°19'22"N 16°05'27"E), una grande pietra granitica, tagliata a metà, con croce
Bizantina scolpita. Il sito era il luogo di raduno e di preghiera dei monaci dell'Ordine di San Fantino di Taureana. Nel 590 vengono
attestati a Taureana, una frazione di Palmi, una chiesa ed un monastero maschile dedicati a San Fantino.
Il Piano di Santa Trabus, secondo l’opportuna interpretazione del prof. Domenico Raso, specializzato in Antropologia, deriva il suo nome
dal greco trapeza, cioè “tavola”.
Il Vallone Monaco prima e poi, più a valle, la fiumara Melone, erano i luoghi di un antico sentiero che congiungeva, nel passato, lo Zomaro
ai Casali di Terranova.
L'intera area circostante, secondo una ricostruzione storica del Prof. Domenico Raso, è stato teatro dello scontro,
avvenuto nel 72 a.C. tra le truppe romane comandate dal proconsole Marco Licinio Crasso ed il ribelle degli schiavi, Spartaco; quest'ultimo era in
transito durante la sua risalita verso Nord, al comando di un esercito di ribelli, dopo aver visto sfumare il tentativo di approdare in Sicilia a
causa del tradimento dei pirati cilici. Spartaco si era accordato con i pirati cilici, trafficanti che imperversarono per il Mar Mediterraneo, per
farsi trasportare assieme ai suoi uomini in Sicilia.
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