Cittanova e i Grimaldi
Le origini della nostra cittadina, quindi, ufficialmente risalgono ad un piccolo casale, Curtuladi o
Cortuladi, già esistente in una contrada (Contrada Strappuni) ubicata nei pressi del cimitero di Radicena, che alla fine del
1500, a causa delle tante pestilenze nella piana di Terranova, aveva subito uno spopolamento.
Già nel 1586 il vescovo diocesano Marco Aurelio del Tufo, durante una visita pastorale, aveva potuto constatare come
in quella comunità non si amministravano sacramenti poichè il casale di Curtuladi (o Cortuladi) era stato abbandonato dagli
abitanti superstiti dopo gli eventi calamitosi.
Girolamo Oliva Grimaldi
Principe di Gerace
L’artefice è Girolamo Oliva Grimaldi, della famiglia dei Grimaldi. Una grande famiglia, di Genova, scesa
in Calabria in cerca di un titolo nobiliare che desse lustro alla famiglia e li introducesse alla Corte del Regno di
Napoli, a quei tempi seconda solo a quella di Parigi.
Don Girolamo Oliva Grimaldi (Genova, 1586 † 1657), 3° Duca di Terranova, nel 1609 fu il 1° principe di Gerace e nel 1654
il 1° marchese di Gioia; sposò nel 1607 Benedetta Pinelli († Napoli, parr. S. Giorgio dei Genovesi, 07 agosto 1654) di Cassellino e
Bettina Piccamiglio.
Oltre all’ambizione di possedere un titolo nobiliare i Grimaldi ambivano anche allo sfruttamento dei terreni per la produzione
agricola e, ancor più, il commercio delle sete. A differenza del ramo Grimaldi dedito ai traffici, ai commerci e alle finanze,
questi si occupavano esclusivamente di agricoltura e di produzione agricola. A quell’epoca il vasto territorio di Terranova,
nessun casale escluso, era ricco di queste materie prime.
Girolamo Grimaldi, con l'assenso del re Filippo III°, previa richiesta, edificò con il bando del 12 agosto
1618, emesso da Terranova, presso il notaio Marziano de Maria dal Giudice delle Seconde Cause Fabio Saija, ciò che nel bando
veniva denominato il "Nuovo Casal di Curtuladi".
A Girolamo Grimaldi si deve l'intuizione di popolare la parte collinare posta a nord-est del Ducato.
Un luogo che poteva diventare, come in effetti divenne, il punto di transito e di riferimento dei commerci e delle comunicazioni
tra Gerace e il resto del territorio ad ovest-nord-ovest, sulla direttrice più breve per Gioja e Monteleone (l’attuale Vibo Valentia),
e per convogliare verso lo Jonio i manufatti da scambiare con oli e sete. Da qui l'interesse più che a realizzare un nuovo casale,
come deliberato dal Regio Assenso, ad accrescere il casale già esistente in quel luogo strategico dal punto di vista degli scambi
commerciali.
Il Passo del Mercante (a quota 952) e il Passo di Scarpa della Pietra (a quota 836) collegavano il versante ionico e quello tirrenico
direttamente mentre tutti gli altri passi esistenti, o più a nord o più a sud, attuavano questo collegamento in maniera indiretta.
Joan Blaeu, 1665
Già all’atto della costituzione della nuova edificazione viene consegnato alla storia un primo sindaco, Vincenzo Rodinò,
a conferma che in questo luogo già esisteva da tempo una comunità e, possiamo dedurre, che l’agglomerato di fuochi di questa comunità
era già denominato Casalnuovo. Il Principe edificò, di fatto, un casale già esistente.
Infatti, il Padre Domenicano Antonio Minasi, nel 1779, nella sua opera “La Piana nella Calabria Ultra veduta da Sopra
Casalnuovo” annota come Casalnuovo sia dal 1616 (data antecedente il bando del Grimaldi) a quella data (al 1779), il
più accresciuto rispetto ai paesi compresi nel circondario.
Ad ulteriore conferma nel Repertorio dei Quinternioni di Calabria Citra ed Ultra sono elencati, rispetto alla loro collocazione
geografica, in senso orario rispetto a Terranova, i casali assegnati, con la Contea di Terranova, al nobile Marino Correale nel 1458.
A quel tempo era presente il Casale di Curtuladi e quello di Casalnuovo e questi casali erano ben distinti.
La conseguenza del bando di edificazione fu, quindi, quella di accrescere un agglomerato già esistente.
In esso, in aggiunta agli abitanti già presenti, confluirono i superstiti dei
villaggi circostanti distrutti dal terremoto del 1616 e dalle pestilenze degli anni precedenti. Coloro che venivano ad abitare
erano immuni per sedici anni da qualsiasi onere fiscale, entravano in possesso di una superficie di terreno per costruire una
abitazione e possedere un orto ad essa attiguo, e godevano inoltre della protezione del Principe.
Negli anni successivi Casalnuovo cresce in termini di territorio e in termini di importanza per la sua, già citata,
posizione strategica negli scambi commerciali nonché per la laboriosità dei suoi abitanti.